sabato 19 aprile 2008

Performance da Oscar

Il videoclip che i Negramaro hanno girato di recente per la canzone via le mani dagli occhi riporta sul TG, seppure fugacemente, Oscar Pistorius e la sua (per me almeno) vergognosa esclusione dalle olimpiadi prossime venture, per decisione del comitato internazionale di atletica leggera. Non voglio sostenere che si tratti del problema principale che affligge la nostra epoca, è comunque un evento che sento essere sporco, e mi pare che appanni ancora di più questa edizione olimpica, già pesantemente inquinata dalle ulteriori repressioni operate dal governo cinese sulla popolazione del Tibet.

Immagino che ammettere Pistorius alle gare per normodotati avrebbe suscitato polemiche e contestazioni, non credo che sarebbe stata una decisione comoda per chi l’avesse eventualmente presa. Ma penso che sarebbe stata una decisione giusta.

Per quanto poco sia stata dettagliata la motivazione alla base della decisione di escluderlo, è dato sapere che della valutazione tecnica sia stato incaricato un gruppo di superperiti, che avrebbero effettuato una valutazione relativa agli aspetti meccanici dell’uso delle protesi. Concludendo che producono un vantaggio per chi le usa, aumentando la percentuale di energia trasmessa dall’atleta alla pista che viene restituita.

E’ probabile che la conclusione sia corretta, in relazione allo specifico studio dell’accoppiamento meccanico tra cristiano (o musulmano, o ateo, fa uguale) e pista; ma si tratta di una sola delle variabili che determinano la prestazione dell’atleta. Mutuando un concetto espresso da Iamarf – seppure in occasione diversa – potrei sottolineare come il reale vantaggio che l’uso delle protesi in carbonio può fornire sia da valutare nel contesto in cui sono impiegate. La competizione non è finalizzata a recuperare da terra la maggior percentuale possibile dell’energia che vi si scarica, semmai questo è uno dei numerosi fattori che producono il risultato atletico. Insieme con prontezza, attitudine allo scatto, potenza, condizioni psicologiche, equilibrio. Sono scuro che non esista alcun modo oggettivo per valutare se l’ipotetico vantaggio identificato sia compensato o meno dai numerosi svantaggi che derivano dalla condizione fisica di Pistorius, ma vedo che nel dubbio è stato considerato solo il primo, ed ignorati i secondi. C’è chi ha proposto un’interpretazione commerciale dell’esclusione di Pistorius. Forse non si tratta della vera motivazione, o non è la sola, ma è comunque plausibile. Purtroppo. O forse la motivazione risiede nella solita trita paura della diversità, nel timore della sovversione di un ordine antico e consolidato, che non contempla la presenza di persone che di regola sono considerate menomate, ma per l’occasione se la direbbero alla pari con quelli normali. Come ha detto Luca Pancalli, dirigente sportivo divenuto invalido per un incidente, tenace vessillifero dell’impegno sportivo anche dei disabili, non avrei mai immaginato nella vita di svegliarmi un giorno ed apprendere che un ragazzo senza gambe è avvantaggiato.

Alex

[448 parole titolo escl.]

mercoledì 9 aprile 2008

I care: ci sto

Quando ci è stato chiesto di ipotizzare perchè l’incontro fosse stato rinominato, ho ragionato in maniera un po’ obliqua, come per risolvere un indovinello. Per la mia ignoranza della storia e dell’operato di Don Milani non ho visto il collegamento con il titolo del seminario. Non ho cercato il motto sui motori di ricerca, che in effetti restituiscono molti riferimenti a progetti anche attuali afferenti al mondo della scuola, della didattica e in generale dell’impegno sociale.

Ero convinto di assistere ad una lezione decisamente tecnica, su norme e regolamenti relativi al diritto d’autore che interessano chi fa uso intenso della rete.

Lo scopo che ci viene proposto in questo corso della rete e degli strumenti WEB_2.0 è quello dello scambio liberale delle informazioni, perchè questo scambio può avere un valore enorme per la crescita delle persone e conseguentemente delle società. Si tende quindi a far circolare qualunque elemento informativo si ritenga utile alla comunità, e questo potrebbe portare, in alcuni casi, alla sottovalutazione degli obblighi normativi in ordine alla proprietà intellettuale. Ecco perchè veniva organizzato questo incontro!

Con questa bella sceneggiatura dipanata, mi sono fatto rapire emotivamente dalla reprimenda iniziale della docente di diritto, ed ho abboccato come un luccio, ingozzando esca, amo e lenza fino alla canna.

Ma son contento così, è stata una bella sorpresa.

Mi ha permesso di conoscere un’iniziativa che, adesso, vorrei non credere così particolare come temo che sia; l’attività di un gruppo di studenti che trovano lo spazio anche per girare nelle corsie degli ospedali, a volte guidati da due veri clown, per portare un segno tangibile di partecipazione a chi sta male, offrendo beni preziosi: il proprio tempo, la propria energia, il proprio ottimismo.

Il titolo dell’incontro è incondizionatamente condivisibile: indipendentemente dallo stato laico o religioso delle persone che lo propongono, l’impegno e la solidarietà per il prossimo sono valori degni di rispetto ed emulazione, sempre. Ancora di più se traguardano non solo le necessità materiali, ma anche quelle della formazione e della crescita culturale; per non confondere l’assistenzialismo, o peggio il paternalismo, con la faticosa opera di accrescimento degli individui che è il vero capolavoro degli insegnanti. Quando credono nel loro lavoro.

martedì 1 aprile 2008

n’ now it’s hard to fit in 200 words …

E' un argomento che può generare alberi e foreste di ulteriori argomenti di discussione, da perdercisi.

L’immersione rapida nelle teorie astratte dei modelli, senza compensazione intermedia, può portare ad un forte disorientamento, potenzialmente pericoloso. Perché comunque partire in quarta vuol dire acquistare inerzia; seppure si capisce di non avre il controllo della guida, fermarsi e ripartire da capo è scelta dolorosa.

Penso di avere avuto molta fortuna per matematica: ho avuto un solo insegnate per tutto il liceo, ce ne ha fatta fare parecchia e ce l’ha fatta abbastanza somatizzare. Ma le ore son poche, fisica, inevitabilmente, ne ha sofferto. L’ho presa come religione, giocavo con le formule finalizzandomi alle sole interrogazioni. Fino a fare giochini provocatori, tipo accozzare insieme formule spazio-tempo nei moti rettilineo uniforme ed uniformemente accelerato, per concludere che 1=2. D’altra parte, semplificando parecchio, è pur vero che

(1) s=v*t; ed è altrettanto vero che

(2) s= ½*a *t2; (3) v=a*t

s=(1)v*t=(3)a*t*t=a *t2=(2)½*a *t2

Peccato che non sia vero, per un corpo che si muove, nello stesso tempo…

Non è facile imparare a imparare; prima ancora delle altre diversioni, nemico è l’incombere del tempo, gli angusti margini delle poche ore a disposizione per volare radenti su un programma che spanna dalla meccanica all’elettromagnetismo. Senza il tempo di rilettere un momento. O cosa sia un momento. Che poi serve ad avvitare …


sforato – 224 parole (tips & tricks by Wiz Gandalf: if you link two words with an underscore, here you have just one word!)